Apocalypse

 

vorrei riuscire a godere dell’amore
e vorrei riuscire a godere dell’amore
ma alla base della gola radicato ormai
il magone
come un groppo pulsa e schiaccia
fatta! come una pazza sotto l’acqua
che adesso grida :”salva!” la tua anima
ma tanto… ero già morta ero già larva
sputa! questo polpo che ti divora il petto
pieno di umor nero e di liquame e rigore
mortis
scrivo la mia ultima lettera come Jacopo
Ortis
Cara, se nel tuo intimo c’è Chilly
nel mio inguine c’è un bozzo
il colore non lo vedo perché sta sotto
ma se lo vedo lo vedo buio come un
pozzo alla cui acqua non s’attinge
perché alla morte lei ti spinge
e vorrei riuscire a godere dell’amore
e vorrei riuscire a godere dell’amore
ma è presagio di qualcosa di funesto
che io penso sia all’esterno
e invece muove dentro
come un nano
si contorce danza grida invano
come un feto già rappreso
qualcosa di nuovo è morto già
come Voldemort sotto la panca bianca
sento nella pancia la nera profezia
è protervia la mia! pensare di essere veggente
butta male! porta amare voglie tra la gente
a notte insonne alla strega si rivolge
sotto mentite spoglie:
“il dolore rende l’uomo belva”
“curioso, anche l’atto dell’amore gli somiglia”
umana bestia!
la pupilla si dilata e diventa una bestemmia!
ma per quanto aggiusti lo specchietto
resterà quel punto cieco il più abietto quello che no
non potrai confessare no neanche a te stesso

e la domanda e attanaglia:
fin dove giunge la crudeltà del mondo?
qual è il punto di non ritorno oltre il qual grado
l’anima non sarà salva perché la terra troppo calda
sarà avvolta da una sola grottesca fiamma
che tutto surriscalda e poi
raggela? perché il fuoco brucia sì
ma lascia tutto spento è nero
è polvere nell’aere e stanze chiuse e le serrande abbassate d’estate
e la luce che filtra è veloce sì

ma è delicata! può arrivare ovunque ma ovunque può essere arrestata

basta una mano ad oscurare il sole
basta una mano // ad oscurare il sole.

Rovesci di tenebra

 

You are the moon light flower
you are the voice of the night
when you’ll call I’ll follow
we will leave on the trip of delight

 

quel momento
che è tramonto
e tuono cupo
ignara tu giochi col fango
giostra fatta d’inverno e melma
e non ti accorgi che rosa
è il colore della tenebra
e dolce è la luce che fulmina

dura questa notte ancora scura
la parola inciampa adesso è ferma
credo di trovarla…
ma l’ho persa!
come Vasco Rossi e poi i depressi
cerco di trovare i sensi e i nessi
ma i messi che creano alleanze
se l’asse poi si rompe passano per fessi…
vedessi amici che spesso mi chiamano
Eugi… Eugi… Eugiiiiiiii

When you call my name …
when you love me gentley….

Eugiiii Eugiiiii

come hai potuto
proprio tu Bruto
quoque tu Brute
fili mi…
incidermi …
nella tua ….

nel buio del mattino vedessi come urlo come grido
li digrigno i lineamenti con i denti bruxo e schiumo
alla guida ! ti tampono come un toro spacco tutto
il fanale come avanti così dietro ahi… che male…
scappa! sono un cane che ti abbaia in faccia…
ecco guarda… addosso c’hai la scabbia!!!

ruba la pelliccia… mica ruba anche di più?
maramaratondatestainbassoegambeinsu!
non c’è stato inizio e non ci feremero più!

questa pasta a terra la rovesci?
questa pasta qui cibo per pavimenti?
questa pasta a terra
la rovescio!
in eterno nutrirò quel pavimento!
ma bada bene per capire chi hai di fronte
nota pure come passa il tempo
e cosa nutre
come hai potuto
quoque tu Brute…
fili mi.. incidermi..
nella tua…

Poesiaaaaa?!
Non chiamarmi poeta o profetessa
non hai capito è una veste che sta stretta
un vestito nuovo sì patinato sul bluetto
cucito certosino sulla linea della vita
ma la cinge e poi la stringe e buchi lascia
e poi si strappa… come una calza sulla coscia
che si smaglia… un po’ straborda un po’ disgusta
ma comunque… macchia… lascia aloni di colore

bluuuuuu velvet… bluer than velvet was the night…
she wore blueeeeeeee Velvet….

s’è stancato il lauro di essere poetico
l’ha detto pure Lorca bisbetico
s’è rotto pure di essere profetico
come Giovanna sulla forca,
non lasciare che io bruci viva in nome di una lotta
vana e sporca come la mia lingua mala che si sbatte
dal palato alle anche e ti ferisce
in nome di qualcosa che tu chiami… poesia
ma che a me pare più un gioco a mors tua
o vita mea

tamburi di settembre

Tamburi di settembre / Grande slam / Benevento

Tamburi di settembre / Genova SLAM / {finali nazionali}

sento il richiamo delle membra di famiglia
o meglio ciò che resta
ossa sublimate in cenere
è una tenaglia
in cui la carne viva
s’incaglia
come un’alga
slancio d’animo
arenato
ricordo che porto!
getta l’ancora
perché tanto è abisso
manco profondo
è mare mio e tuo
è mare nero
e lutto sporco
di benzina
e piombo
sul fondo
e da lì ti parlo come a un sordo
come un sordo

io ti vedo sì
ma vedo che sei
dimentico
abbandonato
sepolto sotto un cielo spoglio
non un fiore che cresca sulla tua
tomba
e quando vengo da te
alle cinque meno cinque
cinque meno cinque
cinque meno cinque

scandisce il tempo il cinguettio
del merlo
e quando il corvo gracchia
quando il corvo gracchia
riconosco il tumulo
tra mille tumuli
tum tum

per le tue membra
ormai ossa
per la tua fossa
ancora sgombra
una preghiera vera adesso
sgorga

sboccia
come bocca di leone o bella di notte
sboccia la mia preghiera ma dura un attimo
come quel fiore che
sboccia al mattino e subito poi
muore

non ricordo se
bocca di leone o che
ma a me  le ossa tue mi trainano
mi attraggono
come la gravità dell’atto sul suolo suo
resto ferma resto stesa ci posso stare ore
che sia col sole o con la neve con la grandine
o con la pioggia caustica
sotto lo sguardo dell’Aquila che Prometeo nutre
lascia che corroda anche il mio cuore

che pulsa
tra i polmoni
oggi come ieri
ci ameremo fino al sonno
{cit.}

sento
l’odore della carne viva
nascono i nipoti figli di cugini
vedo in loro me, sono il futuro che
si palesa in carne e ossa
sono profumi di infanzia
ricordo dei miei anni ’90
una mattina di settembre
il tamburo batte sono le sette
c’era la messa c’era la suora
c’era il primo giorno di scuola
ma non c’è peggior sordo del sordo
profondo che non vuol sentire
ma il tamburo vibra nelle mattine
sveglia il sordo che lo sente sulla pelle
sveglia pure l’udente che sente ma non legge
perché il tamburo non fa differenze
arriva a tutti è popolo che si tramuta in tonfi /

[ritorno
ancora terapia intensiva
prego la morte che non torni
in sordina a bussare anche se mi piace
ritrovarla in cantina
libri di conti e notti bianche
ricordi capodanno?
quando spaccato il cranio
mio padre lo avvolse in un panno]

sento
il richiamo della terra mia
terra natia
terra che volente mi è stata strappata via
terra che trema che fre-na che annega
terra ferma ma io fremo per rivederla!
terra di cristiani in fuga e video di Gigione
terra ch’è n’à diaspora che non sa più di religione
terra! la terra mia!  ch’è esagerata! è n’alluvione!
è fiume che scorre connessione e lacci
legami a funi
FUMI

chiese fluo avvolte nella loro notte e video mapping
terra di rosari trash e prediche di domeniche in streaming
terra! la terra mia marrone come il caffè nero e verde come l’erba
che io coltivo

ARIA!

mi sei mancata schiva tenuta stagna schiava incatenata creduta pazza
e non credevo che la vita avesse un sequel